Il bilancio europeo 2028-2034 e la PAC: dotazione finanziaria autonoma o fondo unico con le politiche di coesione?
Con la comunicazione COM(2025) 46 final dell’11 febbraio 2025 la Commissione europea ha dato ufficialmente inizio al percorso che porterà ad approvare il nuovo Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2028-2034.
Alcuni passaggi del documento e alcuni commenti della Commissione lasciano intendere la volontà di prevedere un unico Fondo europeo per le Politiche di coesione e per la Politica Agricola Comune, prevedendone l’attuazione tramite un unico Piano nazionale che programmi unitariamente le relative risorse, con flessibilità tra le dotazioni finanziarie.
Il dibattito successivo alla presentazione del documento, con le prese di posizione di varie istituzioni e associazioni di categoria, ha commentato la proposta di prevedere un unico Fondo europeo, al posto delle distinte linee di finanziamento che oggi riguardano i Fondi per le Politiche di Coesione e per la Politica Agricola Comune.
Qui di seguito i passaggi che riguardano l’agricoltura e la PAC.
“Sulla scorta delle raccomandazioni scaturite dal dialogo strategico sul futuro dell’agricoltura e della Visione per l’agricoltura e l’alimentazione, per risultare atta allo scopo la politica agricola comune deve fornire sostegno mirato agli agricoltori che ne hanno più bisogno, promuovere risultati positivi per l’ambiente e la società, attraverso ricompense e incentivi per i servizi ecosistemici, e favorire le giuste condizioni per il prosperare delle zone rurali. Oltre a diventare più semplice e più mirata, deve trovare il giusto equilibrio tra incentivi, investimenti e regolamentazione e garantire agli agricoltori un reddito equo e sufficiente”.
“Nella politica agricola comune, ad esempio, si è conseguito un maggiore orientamento all’efficacia dell’attuazione mediante piani strategici nazionali concepiti in funzione delle esigenze e delle capacità nazionali, i quali, anche collegando tutti gli interventi a indicatori, consentono di valutare i progressi compiuti dagli Stati membri nel raggiungimento dei loro obiettivi. Ciò non ha però ancora eliminato l’eccessiva complessità a livello dei singoli agricoltori.
Per quanto riguarda la coesione, il Consiglio ha posto l’accento sull’opportunità di condurre una riflessione in merito alle modalità con cui rendere la politica di coesione maggiormente fondata sulla performance, al fine di migliorare l’efficienza sulla base delle proprie esperienze e degli insegnamenti tratti da altri strumenti dell’UE, nonché dei suoi punti di forza: gestione concorrente, governance multilivello, approccio basato sul territorio e principio di partenariato”.
“Il bilancio dell’UE deve bilanciare la prevedibilità degli investimenti a lungo termine e la flessibilità della risposta alle crisi. Si distingue dai bilanci nazionali nella misura in cui è prevalentemente un bilancio di investimento soggetto a pianificazione pluriennale. Allo stesso tempo richiede flessibilità per rispondere a bisogni imprevisti (come crisi economiche di grandi dimensioni o catastrofi naturali) o per finanziare nuove priorità in linea con la rapida evoluzione del contesto mondiale.
È necessario ammorbidire le rigidità intrinseche del quadro finanziario pluriennale”.
“La complessità attuale ostacola l’accesso ai finanziamenti dell’UE. Sebbene il numero di programmi di spesa sia già stato ridotto all’inizio del periodo in corso, se ne contano ancora più di 50 tra programmi a bilancio e programmi esterni ad esso. […] La frammentazione del panorama finanziario si traduce anche in un numero eccessivo di documenti di programmazione, che richiedono l’impiego di risorse notevoli da parte di tutte le amministrazioni coinvolte e causano ritardi”.